6.11.08

HAMLET


Ofelia (america): Mio buon signore, come s'è sentito vostro onore, durante questi giorni?

Amleto: Oh, bene, bene, bene, umili grazie!

Ofelia: Signore, ho qui con me vostri ricordi che da tempo volevo ritornarvi. Vi prego, riprendeteli.

Amleto: Non io. Non v'ho dato mai niente.

Ofelia: Vostro onore, voi ben sapete di avermeli dati; e accompagnati pure da parole spiranti tal profumo di dolcezza da renderli oltremodo più preziosi. Quel profumo è svanito. Riprendeteli. A cuor gentile anche i doni più ricchi si fan povera cosa, se chi li dona si mostra crudele. Eccoli, mio signore.(Gli porge un pacchetto)

Amleto: (Ridendo)Ah, ah! Voi siete onesta?

Ofelia: Monsignore?...

Amleto: Siete bella?

Ofelia: Che intende vostra altezza?

Amleto: Che essendo onesta e bella, come siete, mai la vostra onestà dovrebbe ammettere che si parli della bellezza vostra.

Ofelia: Con chi potrebbe meglio accompagnarsi la bellezza, se non con l'onestà?

Amleto: Oh, sì! Ma la bellezza ha tal potere da far dell'onestà la sua ruffiana, più di quanto non possa l'onestà fare a sua somiglianza la bellezza. Questo un tempo pareva un paradosso,ma ora i tempi provano che è vero. Una volta vi amavo.

Ofelia: Mio signore, confesso, me l'avete dato a credere.

Amleto: Non m'avresti dovuto prestar fede; ché non si può innestare la virtù sul nostro vecchio tronco e fargli perdere la sua natura. Io non t'ho mai amata.

Ofelia: Tanto più mi considero ingannata.

Amleto: Va' in un convento. Perché ti vuoi fare procreatrice di peccatori? Anch'io son virtuoso abbastanza, e tuttavia mi potrei incolpar di tali cose, da pensar che sarebbe stato meglio che mia madre non m'avesse partorito. Sono molto superbo, vendicativo, pieno d'ambizione, con più peccati pronti ad un mio cenno che pensieri nei quali riversarli, o fantasia con cui dar loro forma, o tempo sufficiente a consumarli. Che ci fa al mondo un essere così? Sempre a strisciare qui, tra cielo e terra? Siamo grandi canaglie, tutti quanti: farai bene a non credere a nessuno. Va', va in convento... Tuo padre dov'è?

Ofelia: A casa, mio signore.

Amleto: Bada che sian serrate a lui le porte, e che egli non esca a far lo scemo. Addio.


Tratto da Hamlet di W. Shakespeare, nella versione pubblicata su http://www.liberliber.it/biblioteca/s/shakespeare/amleto

2 commenti:

  1. ....e bada anche di non telefonare a quel coglione di Silvio...mi raccomando!!!

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