28.8.09


è arrivato in casa un ospite atteso: IL CATALOGO IKEA 2010.

ad una rapida occhiata mi sembra più sobrio, meno incline a quelle sparate grosse su come è felice chi arreda con Ikea, o che i figli ti vengono coi riccioli se compri quel set cameretta, o che tuo marito svilupperà caratteri somatici esotici se gli prendi quella bella libreria porta tutto, o che il culone passerà inosservato nelle tue serate con gli amici se addobbi casa come uno chalet delle Fiandre, e tutto questo anche se abiti in un buco di culo di bilocale in un palazzotto in cartongesso alla periferia di qualche razzi-xenofoba provincia italica.

anyway, è andata il catalogo c'è, manca un po' di voglia di spulciarlo, ho smesso (e per fortuna) da tempo con l'esaltarmi per i mobilini di design economici e carini e pure ecosostenibili. ho notato che spingono ancora molto su questa cosa che loro impachettano mobili che puoi trasportare da solo, senza furgoni e senza troppi litri di diesel, che i legnami vengono da foreste certificate, e che un sacco di altre cose che fanno bene allo spirito.
peccato che i mobili IKEA non curino dal cancro, che invece è in forte aumento dalle parti delle provincie italiane più tossiche, sempre più invase dai tuboni dei SUV, e ancor meglio dai mega sigaroni degli inceneritori di qualsiasi generazione...ah e poi blaterano ancora di nucleare...che figata non vedo l'ora!

A questo punto meno male che c'è IKEA che almeno con le sue stronzate nordeuropee ha esportato un minimo di senso civico anche nei barbari paesi più mediterranei.

Ovviamente io me lo posso permettere di sparare a zero sul nordeuropa, un calderoli qualsiasi sarà sempre e per sempre nato molto più a sud di me!

Mi vengono in mente alcune cose che IKEA potrebbe fare per dar ancora più sostanza al suo progetto di migliare il mondo migliorando gli acquistatori di mobili (così io mi tiro fuori).

  1. prezzi raddoppiati per clienti evidentemente destrorsi e razzisti, daltronde IKEA infila modelli treccioluti e caffèlatte in ogni cucina bianca laccata che propina.
  2. di notte aprire le sue showrooms ai senza tetto, avrebbero finalmente lettini di abete finlandese per le loro schiene artritiche, cucine componibili per i loro autonomi pasti, e cessi puliti per le fragorose cacate.
  3. adibire aree dei loro parcheggi alla sosta dei Rom, tanti camper e roulottes colorate tutti in fila ad accogliere la domenica frotte di clienti dal portafoglio ancora immacolato.
  4. una cosa semplice, installare pale eoliche alte trentametri e spianate di pannelli fotocoltaici sopra i mega tetti dei giganteschi punti vendita atterrati nelle periferie delle città, e magari convincere pure Castorama e Mediaworld che in genere sono lì a pochi passi.
  5. effettuare la raccolta porta a porta in tutte le loro cucinette e stanzette in esposizione, con veri spazzini macchiati di unto, tanto per rendere più consapevoli i clienti spauriti su certe realtà.
  6. infine, inviare alle famiglie cataloghi più smilzi, e non enciclopedie del secolo scorso stampate su carta oleata con inchiostri che stendono una balena!!!

2 commenti: